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Citazioni

È la suprema esperienza, quella in cui non esiste più alcun soggetto, alcun oggetto, alcuna possibilità che i due possano incontrarsi nell’esperienza stessa, poiché si scopre che non esiste alcuna separazione da esperire. È la suprema identità.

Bodhananda, Advaita Bodha Dipika, Kilakanda, X.

 

shankara a kanchi"L'Advaita è pura metafisica, la più profonda, e osa eliminare ogni tipo di sostegno al pensiero umano; incomincia laddove finiscono i più spinti sistemi idealistici occidentali. Non ci è possibile afferrarla nella sua abissale "innocenza" se non penetriamo lo spirito dell'intera concezione filosofica indiana, né se la nostra stessa coscienza non abbia in gran parte realizzato certe vette della realtà Vedanta".

Raphael, Vivekacudamani

L'indirizzo non duale, advaita, indica quelle opere attinenti alla Tradizione metafisica non duale orientale e occidentale, considerate utili per un migliore approccio alla Non-dualità, esposta nelle opere di Raphael e Shankara pubblicate dall'Asram Vidya. Possono essere manuali o testi accademici, ma anche ed essenzialmente, delle vere e proprie testimonianze di Realizzazione metafisica, il cui limite è nel linguaggio e nell'incapacità della mente empirica di comprendere qualcosa che è oltre la stessa possibilità di esistenza.

Sono opere per coloro che vogliano confrontarsi con il Fuoco: «la vita del discepolo è una vita di fuoco. Agli inizi egli può esserne turbato, e quasi rifiutare questo fuoco che gli sembra sconosciuto e terribile. [...] Quando il discepolo gradualmente scopre la propria realtà di Fuoco, è liberato dal fuoco. Si riconosce nel fuoco, e costantemente elimina bruciando nel rogo ogni cosa che si frappone tra lui e la sua essenza. Impara a rigettare tutto ciò che non può essere sostenuto nel respiro del Fuoco». (Raphael, La Via del Fuoco)

 

 

 

 

 

 

DIPIKA

Selezione: Associazione Italiana Ramana Maharshi

Autore: Karapatra Swami

Presentazione: Raphael

Introduzione e aggiunta: Bodhananda

Indirizzo: Advaita

Codice ISBN: 978-88-88036-05-9

Prezzo: 15,00 €

Pagine 189

 
 
L’Advaita Bodha Dipika è un manuale che propone la sintesi dell’Advaita Vedånta di Sri Adi Shankara, nelle parole di Sri Karapatra Svami. Era un testo poco conosciuto sino a quando Sri Ramana Maharshi ha curato la traduzione di Sri Svami Ramananda Sarasvatı in lingua inglese per quei ricercatori e devoti che ne ascoltavano la citazione nelle conversazioni di Sri Ramana, ma non leggevano Sanscrito, Tamil o Telegu. È un’opera che esponendo sistematicamente l’Advaita colma il vuoto lasciato dall’assenza di una organizzazione del pensiero del Mahår≤i sulla Non-dualità, lamentata da alcuni ricercatori che avvertono differenze fra i suoi insegnamenti e l’Advaita Vedånta codificato nelle opere di Sri Shankaracarya.
Grazie a quest’opera comprendere i ricordi dei suoi discepoli è più facile; le eventuali contraddizioni fra i diversi dialoghi con Sri Ramana scompaiono alla luce di questa Advaita Bodha Dipika che testimonia di un preciso percorso di trasformazione coscienziale che pur avvenendo secondo le capacità del ricercatore, necessita della sua completa dedizione affinché possa essere realizzata l’agognata meta del Sé.
L’indagine sul sé, quel “Chi sono io?”, l’autodiscriminazione a cui spesso i discepoli di Sri Ramana venivano indirizzati, viene qui esposta nei suoi passaggi fondamentali: la comparsa e la risoluzione delle sovrapposizioni sul Sé; gli strumenti necessari per sollevare il velo; le modalità di apprendimento; la riflessione sull’insegnamento; la dissoluzione delle tracce latenti; la realizzazione della conoscenza; l’estinzione della mente.
All’Advaita Bodha Dipika sono stati aggiunti dei dialoghi che introducono alla contemplazione e alla Liberazione, temi trattati nei capitoli scomparsi dell’opera originaria.

righello

ILVANGELO

Selezione: Associazione Italiana Ramana Maharshi

Presentazione: Raphael

Introduzione e Commento: Bodhananda

Indirizzo: Advaita

Codice ISBN: 88-88036-06-7 

Prezzo: 14,00 €

Pagine 160

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La Via della Conoscenza trova in Sri Ramana Maharshi uno dei rappresentanti più ascoltati, mentre in Occidente è noto come il Saggio della Montagna, in Oriente, considerato l’equivalente di un moderno Shankara, è riconosciuto come Illuminato, Realizzato o jivanmukta e universalmente. Le sue risposte precise e logiche, chiare, prive di dogmatismi e sentimentalismo, indirizzano verso livelli di comprensione sempre più profondi del mondo manifesto, verso la Realtà assoluta. Con dolcezza e senza sensazionalismi, in Sri Ramana ritroviamo gli antichi saggi, un tempo ascoltati e onorati dagli imperatori, i depositari della Scienza sacra. Nel Vangelo sono raccolti in capitoli alcuni fra i temi più rilevanti che ogni aspirante affronta: il lavoro, la rinuncia, il Sé, il controllo della mente, l’individualità, la bhakti, la jñåna, il Maestro, la Grazia, l’autorealizzazione, il Sé, la pace, la felicità, la sådhanå (pratica spirituale), lo Jñåni, il mondo, il Cuore spirituale, aham e ahamvritti... Egli ci lascia quelle tracce che solo un Illuminato può porgere. Al Vangelo è aggiunto un commento che accompagna i passi più lontani dalla cultura occidentale e pertanto di più difficile comprensione per coloro che si accostano per la prima volta al Maarshi. Il commento mostra come il insegnamento di Sri Ramana appartenga alla tradizione universale unica metafisica che è al di fuori del tempo e non appartenente ad alcun individuo, attraverso le parole di Eraclito, Platone, Parmenide e Plotino. Una tradizione di Conoscitori, a cui Sri Ramana appartiene a pieno titolo per come ha saputo incarnare il suo insegnamento non-duale, anche secondo le note caratteriali di coloro che qualificati gli si accostarono chiedendo di ricevere una istruzione adeguata alle capacità di ciascuno.

righello

AVADHUTASelezione: Vidya Bharata

Autore: Dattatreya

Presentazione: Raphael

Introduzione e Commento: Bodhananda

Indirizzo: Advaita

Codice ISBN: 88-88036-02-4

Pagine 256

Prezzo: 15,00 € 

  L’Avadhutagita di Dattatreya espone il sentiero della Conoscenza nella sua accezione tradizionale: quella Dottrina della Realtà non duale che è la radice del mondo Occidentale. Tramandataci dai Pitagorici, da Parmenide, da Platone e Plotino, sembrava se ne fossero perdute le chiavi, mancando chi la testimoniasse come verità vivente.
L’insegnamento di Dattatreya, guardato in India come un avatara di Visnu, non è per coloro che confondono la luna con il dito che la indica. Ogni sua affermazione distoglie il discepolo qualificato dal fenomenico e lo inizia alla trascendenza - delle polarità, delle percezioni, della egoità.
L’Avadhutagita si compone di 271 sutra raccolti in otto capitoli. Nei primi tre capitoli, intitolati “Autoconoscenza”, vengono negate le argomentazioni filosofiche e religiose dei darsana, dei culti e degli yoga, affermando l’esistenza del solo Reale. Nel quarto capitolo intitolato “Determinazione della natura vera” nega ogni possibilità di divenire nel Reale.
Nel quinto capitolo, “Lungimiranza stessa”, Dattatreya afferma la piena identità fra il Reale e il discepolo. Nel sesto capitolo, “Liberazione”, in 27 sutra espone una traccia per l’aspirante qualificato. Il settimo e l’ottavo capitolo, “Autoconoscenza”, parlano della natura dell’Avadhuta e del significato del suo nome.
Il commento di Bodhananda mostra come la testimonianza di Dattatreya coincida - al di là del tempo e del linguaggio - con quella di altri appartenenti alla tradizione metafisica, sottolineando le difficoltà di quei praticanti dei vari yoga (karma, bhakta e jñåna) che, prematuramente, approccino l’abisso non duale dell’Advaita Vedånta.
Con l’ausilio delle parole di Raphael, delle Upanisad e di altri, l’Avadhutagita mostra l’unità della Tradizione metafisica unica, senza separazioni e contrapposizioni, per coloro che vogliano compartecipare nella medesima Unità.
 

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