Autore: Romain Rolland
Presentazione: Bodhananda
Pagine 392
Codice ISBN: 978-88-88036-12-1
Prezzo: 14,00 €
L’India che conosciamo oggi, lo Yoga, il Vedanta, gli svami, la medicina indiana... quanto di questo dobbiamo all’opera di Vivekananda e all’insegnamento del suo maestro, Srı Ramakrishna? Molto, secondo Romain Rolland, Premio Nobel per la letteratura 1915. Solo «sedici anni dividono la morte di Ramakrishna da quella del grande discepolo» e a Vivekananda bastano per aprire al mondo la conoscenza indiana dei Veda e del Vedanta, creare la Missione Ramakrishna e gettare le fondamenta della nazione indiana e del suo futuro come potenza mondiale: «Il tempo è arrivato. La fede dei rishi deve divenire dinamica, occorre uscire da sé stessi». Riconosce le incipienti crisi europee, il crollo dei valori dell’occidente cristiano roso dal proselitismo e dall’abbandono della centralità dell’uomo in favore del sabato («Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!». Mc 2, 27.): «Cosa m’importa se loro sono indù, maomettani o cristiani! Coloro che amano il Signore potranno sempre contare sul mio appoggio». Questo libro mostra l’uomo Vivekananda: «Può darsi che sia un bene che io esca da questo corpo per gettarlo via come un vestito usato, ma non potrò mai fare a meno di aiutare l’umanità»; l’insegnamento vedantico di Ramakrishna del quale diceva che «tutto ciò che era lo doveva a lui, che persino il pensiero più piccolo non gli apparteneva, che tutti i suoi pensieri venivano da lui»; e l'attività avviata come principale discepolo: «Ho iniziato l’opera che altri porteranno a termine! Per avviarla mi son dovuto sporcare con il denaro, con i beni. Ora il mio compito è finito. Non mi interessa più il Vedanta, né alcuna filosofia, né il lavoro... Ne ho abbastanza di quella forma di bene, di quelle opere. Mi preparo a partire per non tornare mai più in questo inferno che è il mondo!». Rolland vive tutto questo in corso d’opera, ne vede e misura gli effetti a quasi trent’anni dalla morte, interroga i suoi discepoli, chi lo ha incontrato, ne misura la grandezza e lo onora con uno scritto che ne traccia le profondità, mostrando gli aspetti che, come occidentale e letterato, più lo hanno colpito, entusiasmato, irrimediabilmente conquistato.